I miei intoccabili

 

regencyLasciare andare via i libri per me non è mai stato facile, anche quando si tratta di libri che non ho amato molto, come L’eleganza del riccio. L’altra sera mettevo via un po’ di romanzi da regalare per recuperare un po’ di spazio nella libreria e non riuscivo a decidere se tenerlo o lasciarlo andare. Non si può certo dire che l’abbia amato, ma un sacco di gente lo considera un libro di quelli che ti cambiano la vita. Magari mi è sfuggita qualcosa e se avessi il coraggio (in un’altra vita, forse) di rileggerlo lo apprezzerei anche io. E’ rimasto lì, ma non so attraverso quanti decluttering passerà indenne (anche perchè, tra l’altro, dovrei avere anche la versione ebook).
E poi ci sono gli intoccabili. Quelli che cercherei di salvare subito dopo marito e figli se la casa andasse a fuoco, per intenderci. Tra questi per me ci sono sicuramente i romanzi Regency di Georgette Heyer. Fino a qualche anno fa di questi libri in Italia esistevano solo le edizioni Oscar Mondadori pubblicate negli anni settanta e per poterli leggere attingevo alla biblioteca di un’amica. Ma separarmene al momento della restituzione era sempre drammatico, per cui li cercavo per cantine, soffitte, bancarelle e librerie antiquarie su internet, e a volte erano gli amici a cercarli per me. Qualche anno fa diverse case editrici hanno pubblicato alcuni inediti in lingua italiana e ripubblicato gli altri e ora trovare un romanzo ella Heyer non è così difficile. Ma io non rinuncerei mai alla mia copia di Il figlio del Diavolo, prima edizione Oscar Mondadori 1972 che reca sul foglio di sguardia la dedica “19.01.03 Mercatino v.le Trento. Buon compleanno con affetto, Laura”.

12 pensieri su “I miei intoccabili

  1. agrimonia71 ha detto:

    Avevo letto l’eleganza del riccio, il libro non mi era dispiaciuto (non da strapparmi i capelli dall’entusiasmo) il film come al solito invece mi aveva molto deluso, non conosco l’autrice che nomini, ma essendo quella del mio paese una biblioteca con molti libri d’antan la cercherò e sì anch’io non mi separerei da un libro con dedica che cosa romantica…

    p.s. Lo sai che domenica sera è iniziato orgoglio e pregiudizio su laF? Me felice!

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  2. Luca ha detto:

    Premesso che non ricordo se ho letto L’eleganza del riccio (se è successo, evidentemente, non ha lasciato una traccia indelebile nella mia memoria), sono comunque d’accordo quando parli di libri da conservare o meno. Anche io ho il tuo stesso problema nella libreria; ho diversi saggi sull’antico Egitto che adesso non mi interessano più (forse ho lasciato perdere questo periodo storico in quanto saturo di informazioni), ma forse questi non li darei via: magari li metterei in un posto non visibiile, ma sempre raggiungibile per rinfrescare la memoria, o soddisfare la curiosità. Forse lascerei molti di narrativa: Kundera, ad esempio, o altri testi che non mi dicono molto, che adesso non ricordo nemmeno più. Farei posto, in questo modo a testi cui sono maggiormente interessato. Ovviamente, tra i testi che non darei via ci sono i classici (Shakespeare, e “I miserabili” di Hugo),,i testi di fiabe (Andersen, Yeats…),e un libro sulle Fate.

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  3. Pendolante ha detto:

    Non conosco Heyet, ma di una prima edizione non ci si libera mai! L’eleganza del riccio, poi credo sia un libro che possa colpire molto i lettori “deboli” (non me ne vogliano), cioè quelli non leggono molto

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  4. laura ha detto:

    l’eleganza del riccio non ha fatto breccia neanche nel mio cuore, come diversi altri libri, ma non riesco a separarmene (ovviamente è un mio limite) ma è come se i libri facessero parte di me, di quella che sono e non posso pensare di staccarmene, forse potrei farlo solo donandoli a una biblioteca…

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    • Bisus ha detto:

      Io ormai sento moltissimo il problema dello spazio e se i libri non mi sono cari alla fine riesco a separarmene. Nella biblioteca nella quale lavoro arrivano ogni tanto delle persone che vorrebbero donare i loro libri, ma ormai anche li abbiamo grossi problemi di spazio e non possiamo accettare tutto 😦

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