Non sono un’automobilista

mycar
Io con l’automobile ho un rapporto piuttosto particolare e già mi sembra strano poter dire che ce l’ho un rapporto. Per anni infatti ho avuto terrore di guidare (amaxofobia, si chiama, l’ho scoperto dopo) e facevo cose impensabili pur di non usare un’automobile. Cose tipo chilometri e chilometri di strada a piedi con fratellomaggiore nel passeggino e fratellominore portato addosso con la fascia, anche col caldo di luglio. Cercavo di essere indipendente (e se avete una vaga idea della situazione del trasporto pubblico in Sardegna, potete immaginare la fatica), ma a volte era proprio impossibile. E allora era il marito a dover fare i salti mortali per accompagnarmi da qualche parte, per esempio quando pioveva o i tempi erano troppo stretti. Poi un giorno all’improvviso, senza che nulla si muovesse tranne la coscienza, l’impossibile è diventato possibile. Ho deciso di comprare una macchina piccolina, e dal primo giorno in cui l’ho avuta sono andata al lavoro in macchina da sola (certo, ho parcheggiato a 2 chilometri di distanza ed ero in ipoventilazione a forza di trattenere il respiro, ma ci sono andata), stupendo me stessa per prima. Ecco, fino a qui il rapporto, ora veniamo però al rapporto particolare. Perchè non è che da allora sia diventata un pilota, eh. Io con l’automobile ci vado al lavoro, alla scuola dei miei figli, al campo di calcio, e alla fermata della metropolitana (delle volte in cui alla fermata della metropolitana ce l’ho pure lasciata la macchina, ho già raccontato qui). Punto. Posso, in casi del tutto eccezionali, prendere in considerazione percorsi alternativi purchè conosciutissimi e purchè abbia la certezza della disponibilità di ampi (e per ampi intendo almeno lo spazio di tre macchine) parcheggi all’arrivo. Certo, a volte sono costretta a cambiare percorso all’improvviso a causa di lavori in corso o per altri motivi e quando succede cerco di respirare profondamente e mantenere la calma: al massimo mi fermo appena posso e proseguo a piedi. Nei primi tempi, però ne sono capitata delle belle e anche divertenti (bisognerebbe chiedere poi al marito se si è divertito quando è dovuto venire a recuperarmi). Un paio di volte, trovando la mia solita strada interrotta per lavori in corso, è mancato poco che scendessi con le mani in alto gettando a terra le chiavi e rimpiangendo di non indossare un tacco 10, chè la scena sarebbe riuscita più ad effetto.

14 pensieri su “Non sono un’automobilista

  1. ammennicolidipensiero ha detto:

    ho realizzato due cose: una, che la paura di guidare si chiamasse amaxofobia ovviamente, termine di cui ignoravo totalmente l’esistenza; ma soprattutto, due, che non bisogna mai dare per scontato il concetto di metropolitana: per me è “underground”, per te mi sa che significa “trenino di superficie” (a meno che non ci sia qualche novità sotterranea in sardegna di cui ignoro l’esistenza)

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