La scatola delle Converse

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La scatola delle Converse è venuta giù da uno scaffale del ripostiglio, mentre il marito cercava un vecchio album del torneo di calcio universitario da mostrare ai figli, per vantarsi di se stesso in versione figurina Panini. Ovviamente non ha retto l’urto e si è sfasciata, liberando sul pavimento uno strato di ricordi cartacei un po’ ingialliti della mia adolescenza e giovane età adulta.  Avevo comprato quelle scarpe che adoravo a quattordici anni, con i miei risparmi, e da allora la scatola era diventata una specie di scrigno che mi ha seguita in tutti i traslochi. Ora il dubbio è se non sia arrivato il momento di liberarsi anche del contenuto, insieme alla scatola, anche se non credo però che riuscirò a lasciare andare proprio tutto.
Ecco alcune delle cose che conteneva quella scatola:
* la ricevuta del mio primo versamento alla Sezione Italiana di Amnesty international. Era il 22 luglio del 1988 e per iscriversi si pagava 15.000 lire. Da allora mi sono iscritta tutti gli anni;
* il pettorale col numero 8 dei Giochi della Gioventù del 1983 e il cartellino del CONI (una volta nella mia vita ho corso);
* alcuni biglietti dello stadio. Su quello di Cagliari – Triestina (1-1) del campionato 1989-90 ho scritto con la penna “Ultima in casa per la serie B. Giornata indimenticabile” (una volta nella mia vita ho amato il calcio);
* biglietti di concerti fra i quali uno di Fabrizio de Andrè, ma non riesco a leggere la data;
* biglietti di auguri vari e, in una busta a parte, tutti quelli per il 18° compleanno;
* i messaggi in latino addomesticato che ci scambiavamo io e la mia amica al liceo (ho riso da matti leggendo cose come “Tua nova teoria de prima philosophia non vera est, sed accipio benevolentie tua manu lancians fogliettinum mihi. Mitte mihi novas theorias sensatas”)
Siccome però la scatola delle Converse era una specie di scatola dei segreti, conteneva anche alcune cose che non troveranno spazio in questo post, per rispetto di quell’adolescente che le ha nascoste per anni con tanta cura. Anzi, sono quasi certa che quelle saranno le prime a seguire la scatola nel suo destino.

17 pensieri su “La scatola delle Converse

  1. rckhsl ha detto:

    Nooo, non buttare nulla!!!!! Quando io ero adolescente, frugando come un furetto nel ripostiglio di casa mia ho trovato l’analogo della scatola della Converse di mia mamma. Ti assicuro che le tracce dell’inimmaginabile adolescenza di mia mamma hanno avuto un effetto meraviglioso.. comprensione e riconciliazione.. (nella misura umanamente possibile, obviously :D)

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  2. stravagaria ha detto:

    Purtroppo di trasloco in trasloco ho buttato via tutto. Diari, agende, lettere che ora mi piacerebbe rivedere magari soltanto per qualche secondo, anche solo per ridere di quell’adolescente che ero. Se hai il posto qualcosina tienila 🙂

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  3. Luca ha detto:

    Ciao Sandra, ho anche io una scatola (di cui ignoro il contenuto originario) in cui tengo lettere e cartoline di persoe che, nel corso degli anni, non ho più visto né sentito. Forse dovrebbero seguire la strda dell’archivio (leggi: busta dell’immondizia). A che serve tenerle? Fanno parte di un passato remoto, che forse non ho neanche voglia di rinvangare. Come diceva una persona che conosco: “Bisogna tagliare i rami secchi”… e questi, secchi lo sono già da un po’!
    Ti auguro una piacevole serata!
    p.s.: …e se sentirai dei tuoni, stasera, non preoccuparti: sono io che suono le percussioni africane! 😀

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