Io non ho paura. Magari un pochino…

Quando mi capita di parlare delle mie ansie riguardo ai figli, dico sempre che forse dipende dal fatto che li ho avuti in età matura (35 e 38 anni), mentre se li avessi avuti quando ero più giovane e spensierata forse sarei stata una madre diversa.  Ma poi mi chiedo se non sia solo un fatto caratteriale, perché in fondo io spensierata credo di non esserlo mai stata. Forse un po’ da bambina, ma sicuramente non da adolescente o da giovane adulta. Magari l’età “giusta” avrebbe potuto essere intorno ai 28 anni. Ecco però cosa scrivevo a quell’età in un articolo dedicato ad Aung San Suu Kyi, che mi è capitato nuovamente tra le mani da poco: “La prima volta che ho visto la sua faccia era stampata sulla maglietta indossata da un amico del gruppo di Amnesty. Era un volto bellissimo, un sorriso dolcissimo accompagnato dalle parole “Fear is an habit. I’m not afraid“. Dal momento che vivo in uno stato di paura costante rimasi molto colpita dalle sue parole, che non venivano smentite dal suo volto”. Nell’articolo poi seguiva un elenco, di certo non esaustivo, ma limitato a quello che poteva essere raccontato lì, delle cose che mi terrorizzavano. Ancora non avevo sperimentato la paura per i figli, ma scrivevo di vivere in uno stato di “paura costante”. Ed era vero. E devo essere stata anche brava a comunicarla quella sensazione, nonostante non si trattasse che di un breve inciso in un articolo abbastanza lungo, perché qualche tempo dopo arrivò all’indirizzo della sede di Amnesty una lettera indirizzata a me. Era di una donna che per età avrebbe potuto essere mia madre, che mi raccontava di essersi riconosciuta nelle mie parole e di aver sentito il bisogno di scrivermi. Non so a quale età fosse diventata madre, ma forse anche per lei, 28 o 38 anni avrebbe fatto poca differenza, come per me. Perché quando “terrorizzata” te lo devono scrivere nella carta d’identità, l’età conta poco. A dirla tutta anzi, forse per me se un po’ di differenza c’è, è stato perfino meglio averli più tardi i figli. Perché di mostri ce n’erano allora e ce ne sono sempre di più, ma nel frattempo ho incontrato delle persone meravigliose che mi hanno insegnato e aiutato a combatterli.

22 pensieri su “Io non ho paura. Magari un pochino…

  1. Luca ha detto:

    …e tutto ciò è stupendo…. Grazie Sandra, riesci sempre a provocare in me quel piccolo brivido che ogni volta mi fa capire quale grande donna tu sia! Per quanto possa valere, ti voglio bene! 🙂

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  2. Niko ha detto:

    🙂 bel post, come sempre… quel tipo di paure è ascrivibile al quadro “della sindrome ansiosa”..
    le mie vecchie reminiscenze di psicologia mi dicono che il problema del soggetto ansioso è quello di vivere perennemente NEL FUTURO (che per antonomasia è incerto e nn controllabile) .. .. da qui lo scatenarsi delle “paure”..
    Oddio, mi son dilungato e forse sono pure fuggito fuori tema. Un abbraccio

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  3. agrimonia71 ha detto:

    Ne avevo 27 quando è nato lEstraneo, poi 38 quando è nata la Fr@.
    Ho avuto meno ansie con la Fr@, anche se di fatto con lei siamo più in pista a livello di malesseri, più paura del suo respiro sibilante e corto, più timore di quei cortisoni che la fanno schizzare dopata in giro per la casa anche con 38 di febbre.
    Per contro siamo giovani per affrontare l’ormone impazzito dell’adolescente con altre ansie e altre paure.

    Ad ogni età c’è la sua preoccupazione, non ci facciamo mancare niente, l’unica è cercare di affrontarle un po’ sorridendo ed almeno una passata di gloss.

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  4. Barbara Dettori ha detto:

    E cosa diresti di me che a 40 anni non ho ancora figli per le mille paure che associo con l’avere figli? Mi ricordo quando mi dicesti che non volevi averne un secondo per la paura del parto. La verità è che nonostante la paura sei coraggiosa! Il problema è quando la paura ci blocca e ci fa smettere di vivere.

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    • Bisus ha detto:

      Già… pensavo davvero che non ce l’avrei fatta, dopo l’orribile esperienza del primo… Si, in fondo mi sento anche un po’ coraggiosa, ma solo il pensiero delle cose che hai fatto tu nella tua vita mi fa tremare le gambe. Io per esempio mi ricordo quando mi dicesti che saresti andata nel Chiapas 😉

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  5. Wish aka Max ha detto:

    Eheheheheheh alla fine non lo hai letto, il post sulla paura di Max… 😀 In realtà è una paura molto specifica quella, legata ad un imprevisto che ti capita quando pensi che non possa accadere, e il senso è che la passione è talmente forte che la paura viene zittita, proprio in nome della passione e delle sensazioni che quella passione provoca.

    Qui è differente, qui è un problema di guardarsi dentro, credo. E di far pace con un po’ di fantasmi dentro di noi. Uso una metafora per questo, che è quella del capitano della nave. Se sei appena uscita da una tempesta, e sei ancorata in rada, e c’è bonaccia, è inutile che continui a guardare a occidente per vedere se quella nuvoletta si trasformerà in burrasca. La burrasca arriverà, prima o poi, e quello sarà il momento per dare una o due mani di terzaroli, o addirittura di ammainare la randa prima che si rompa l’albero, o addirittura di mettersi alla cappa se l’albero si romperà. Ma ora no. Ora è bonaccia. Ora è il momento di tuffarsi in acqua e farsi un bel bagno. 🙂

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    • Bisus ha detto:

      Hai ragione non l’ho ancora letto quel post, ma lo farò eh! Tra l’altro scrivendo il mio, mi è venuto in mente un altro tuo post di qualche tempo fa, quello in cui si parlava dell’età giusta per diventare genitori. Le tue considerazioni sulla paura le condivido pienamente… O almeno le condivide la parte più razionale di me… E non è che poi io rinunci a tuffarmi. Non troppo spesso almeno. Ho paura, ma poi le cose le faccio lo stesso:-)

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