Ventitrè

biglietto andrea
– Quanti sono, Andrea???-
Chiedo dal bagno urlando abbastanza da farmi sentire fino in cucina dove loro fanno colazione. Lo so che sono le sette del mattino e non si urla a quest’ora, ma confido nel fatto che l’incongruenza tra i miei precetti e il mio agire sfugga ai sensi dei figli ancora intorpiditi dal sonno.

-23 amore, come, non te lo ricordi???- Urla di rimando lui un po’ offeso, rischiando di risvegliarli del tutto e farli sentire autorizzati a sollevare definitivamente il livello dei decibel tollerati al mattino o in alternativa far partire la protesta sulla differenza dei pesi e delle misure per i bambini e per i grandi.

No che non me lo ricordo e nemmeno tu te lo “ricordi”, solo che per te è automatico fare un banalissimo calcolo numerico, per me è automatico chiederlo a te perché nessun calcolo numerico è abbastanza banale per me. D’altra parte è uno dei tanti motivi per i quali stiamo così bene insieme da 23 anni: tu mi calcoli al volo i prezzi scontati e in compenso io ti faccio sentire un genio della matematica. Ho detto uno dei tanti, eh. A contarli tutti saresti in difficoltà anche tu.

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