Esserci

I vostri figli non sono figli vostri
sono i figli e le figlie della forza stessa della Vita.
(Kahlil Gibran)
E se ancora non l’hai capito che tuo figlio è altro da te, anche se a 12 anni ancora non l’hai partorito del tutto, arriva la forza travolgente della preadolescenza a fartelo capire. E anche se hai il magone e vorresti afferrarla e trattenerne almeno un pezzetto di quell’infanzia che fugge lasciando solo futili ed estenuanti contese col fratello minore come traccia di sé, tieni le mani aperte. E in fondo quasi la benedici quella prima vera crisi adolescenziale che ha il dolore del travaglio, ma anche la meraviglia della nascita, nonostante quel tanto di inevitabile baby blues che segue. E sai dall’inizio che non la gestirai benissimo, che farai un sacco di errori e che dirai anche delle cose che dopo vorrai strapparti la lingua e gettarla in pasto ai coccodrilli che però poi vai a trovarlo un coccodrillo quando serve. Ma ci provi con tutte le tue forze a concentrarti sulla cosa importante, su quel messaggio che vuoi che passi assolutamente chiaro e forte: io ci sono (noi ci siamo). Ci sono anche se non sono d’accordo, ci sono anche quando devo lasciarti andare, ci sono anche se non posso capire tutto quello che senti, ci sono anche se non posso permetterti tutto quello che vuoi, ci sono anche quando sbagli e ci sono anche quando sbaglio.
E il sollievo di vedere che il messaggio può anche passare rendendo tutti un po’ più grandi e più forti fa battere il cuore come alle medie all’ora di matematica. A te mamma, mica a lui (lui è già andato oltre), ché in fondo l’adolescenza è una cosa che quando ti viene poi non ti passa mai del tutto.

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