Che bello, Luca!

Che bello vederti così Luca! E che tenerezza la ragazza che ero, quella che dopo l’eliminazione da Italia ’90 ti scrisse quella lunga lettera per consolarti. Avevo vent’anni ed ero fin troppo seria, non un’adolescente fanatica, ma non sopportavo di aver letto sui giornali che ti sentivi di venir fuori da quei mondiali “finito come calciatore e come uomo”. Mi sembrava una cosa troppo triste e il bisogno di scrivere parole di conforto era stato impellente e più forte della consapevolezza che comunque ti saresti potuto permettere un buon analista. Scrissi di getto e andai al piccolo ufficio postale dove mi accolse l’unico impiegato, ormai abituato ai singolari destinatari delle mie lettere. Un giorno dovetti pure spiegarglielo che ero un’attivista di un’associazione e che scrivevo ai capi di stato per chiedere loro di rispettare i diritti umani nel loro paese. Il fatto è che non era una persona particolarmente brillante, uno di quelli che 2+2 può fare anche 27, per dire, per cui credo di averlo lasciato lì a chiedersi di quale crimine contro i diritti umani si fosse reso colpevole Gianluca Vialli.
No, non eri e non sei “finito” Luca, anche se la sorte ci ha messo il carico, ed è bellissimo vederti così.

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