A letto senza cena

Con fratellominore si parla dei libri che amava da piccolo e ovviamente salta fuori “Nel paese dei mostri selvaggi” (ha 14 anni, lo ha letto più volte fino ai 5, credo)

Lui – I mostri selvaggi erano “la vera dritta”, lo avevano mandato a letto senza cena…
Io – Si ma poi?
Lui – E poi lui era diventato il re dei mostri selvaggi
Io – Si, ma a proposito della cena, lo avevano mandato a letto senza, perché era stato un mostro selvaggio proprio come te a volte… ma poi?
Lui – Ma poi cosa???
Io – Alla fine… la cena?
Lui – Boh…
Io – Come boh? Come finisce il libro??? Non finisce forse con lui che nella sua cameretta trova la cena ancora calda?
Lui – Nooo! Ma questo vuol dire che era tutta un’immaginazione! Io ci ho creduto davvero che fosse diventato il re dei mostri selvaggi! Mi stai rovinando l’infanzia! (Esce)
Io – 😳
(Entra in scena fratellomaggiore, meno1 ai 18, stessa età di lettura per il libro in questione)
Io – Ni’, te lo ricordi tu “Nel paese dei mostri selvaggi?”
Lui – Certo!
Io – Bene?
Lui – Eja
Io – E come finisce… la cena?
Lui – E boh!
Io – 😳😳😳
Ma poi penso che, cavoli, sono adolescenti, abitanti di quella terra di mezzo che è un po’ come il paese dei mostri selvaggi, ed è normalissimo che vogliano starci dentro e che di tutto il resto importi loro poco o nulla.

Gli importerà di nuovo, forse, quando immersi nella complessità a volte brutale della vita adulta proveranno nostalgia di quella sensazione. Di quello che si può provare al rientro dal paese dei mostri selvaggi dove siamo stati spediti senza mangiare, trovando ad attenderci nella nostra cameretta la cena ancora calda.

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