Buon anno a tutti gli altri

Non lo so qual è il momento esatto in cui l’asticella delle aspettative l’ho deposta sul pavimento in segno di resa. Il momento in cui ho deciso che non era più possibile o giusto cercare di ascoltare, oltre le grida, i sussurri di quei bisogni in nome dei quali era nato questo blog. Che su quelle grida bisognava concentrarsi. Grida di diritti violati e di sofferenze inascoltate. Forse non l’ho nemmeno deposta sul pavimento quell’asticella, ma nel mare, nel nostro mare che un tempo è stato buono. E non doveva essere di legno perché è andata giù, è affondata. Anche lei.

Per questo non augurerò buon anno a chi non fa niente per quelle urla o addirittura le provoca. Perché magari continuerò ad augurare a me stessa e alle persone care di avere, oltre alla salute, un lavoro che ci gratifichi, di poter magari finalmente fare quel viaggio che sognavamo, o comunque una vacanza decente, di cambiare macchina, di riuscire ad assistere ad un bel concerto o ad andare più spesso al cinema o a teatro, di poter ascoltare anche qualche bisogno sussurrante insomma. Ma lo farò sottovoce, mettendo le mani avanti. Ché va bene lo stesso anche così.

Non vi augurerò buon anno per quel “va bene anche così” cui ci costringete, ché accontentarsi sembra ormai l’unica via giusta. Per quell’asticella che avete fatto affondare.

Buon anno invece a tutti gli altri, alle persone di buona volontà, a chi non si stanca di provare a costruirlo davvero un mondo migliore, un mondo dove anche i bisogni sussurranti possano essere ascoltati e soddisfatti senza sentirsi in colpa. Perché le urla degli altri di bisogni non si sentiranno più.

4 pensieri su “Buon anno a tutti gli altri

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