Teoria imperfetta dell’amore

imageVista la frequenza con la quale ultimamente abbandono le letture che non mi appassionano, il fatto che sia arrivata fino in fondo potrebbe essere già di per sé una recensione positiva. Ma al momento di scrivere la mia opinione su goodreads, l’unica cosa che mi è venuta fuori è stato un “mah”. E non è che qui riesca a dire molto di più. E allora perchè ci faccio un post? Non è mica obbligatorio! Intanto perchè voglio pavoneggiarmi del fatto di essere riuscita ad arrivare alla fine di un libro che parla di intelligenza artificiale, computer che fanno conversazione, test di Turing e cose di questo tipo. Per qualcuno sarà pure pane quotidiano, ma io credo di avere i neuroni sottodimensionati per questo genere di argomenti. E se qualcuno privo di competenze tecniche avesse letto il libro e l’avesse trovato seguibilissimo anche da una foca, è pregato di astenersi da scriverlo nei commenti. In secondo luogo ho deciso di scrivere di questo libro perchè ho trovato l’idea di fondo davvero interessante: Neil, un quasi quarantenne californiano, si trova a lavorare a un progetto informatico che mira alla creazione di un programma in grado di fare conversazione. Punto di partenza per la programmazione sono le informazioni e i ricordi contenuti nei meticolosissimi diari del padre medico, morto suicida qualche anno prima. Cosa questo implichi, non appena il padre/computer comincia a prendere consapevolezza di sé, è facilmente intuibile. Neil infatti non lavora alla programmazione, ma testa il computer chattando con lui.

Ecco, forse l’autore si doveva limitare a sviluppare quest’idea. Certo, uno sguardo alla vita sentimentale abbastanza “complicata” del protagonista non guasta, e non sarò certo io a scrivere che si poteva fare a meno di una storia d’amore. Anzi, poteva occuparsi più di questa, senza mettere in mezzo i tipi della setta fissati col sesso, che tra l’altro usano una terminologia ridicola come cliccare e restare cliccati (mi verrebbe quasi da scorgerci intenti parodistici, ma non saprei bene verso chi o cosa) e altri riempitivi inutili come il ragazzo che brucia i sexi shop. Naturalmente esiste anche la possibilità, nemmeno tanto remota, che mi sia persa io qualche connessione. Se così fosse e qualcuno volesse farmelo notare, questo si, può farlo anche nei commenti.

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