Ripubblico un post scritto qualche tempo fa, perché oggi è il 19 luglio e anche quel giorno del 1992 era il 19 luglio. Perché Emanuela aveva solo 25 anni ed era di Sestu, la cittadina dell’hinterland cagliaritano dove lavoro da 10 anni. Perché ogni volta che scrivo Loi su una tessera mi chiedo se si tratti di un parente. Perché forse non ha importanza che lo siano, perché il lutto lo portiamo tutti.
Il cuore dei ponti
Che uniscono i posti
I cuori che vanno
I cuori rimasti
Il cuore di mia madre
Il cuore della notte
Il cuore generoso
Il cuore di Chisciotte
(Gek Tessaro)
A me il ponte strallato sulla Statale 554 è sempre piaciuto. Non sono certo in grado di giudicare se un’opera di questa portata fosse veramente necessaria e, da quell’automobilista negata che sono, non riesco nemmeno ad apprezzarne i vantaggi pratici sulla viabilità. Ma mi piace vederlo, mi piace passarci sotto o a fianco quando parto per le vacanze o il fine settimana e, al rientro in città, mi piace che i miei figli appena lo scorgono in lontananza smettano di chiedermi “quanto manca???”.
Ma a me in realtà sono sempre piaciuti i ponti in generale. I ponti che uniscono i posti e che hanno un cuore o tanti cuori. Nel ponte strallato sulla SS 554 un cuore sicuramente batte nella campata centrale, dove si trova la grande targa che lo intitola ad Emanuela Loi. So che non ce n’è bisogno, ma ricordare chi era Emanuela non fa certo male. Era un’agente di polizia di Sestu (CA) in servizio di scorta a Paolo Borsellino, vittima col magistrato e altri quattro colleghi della strage di via D’Amelio, il 19 luglio 1992. Aveva 25 anni.
Sto ancora finendo di asciugare le lacrime di commozione, ho rivisto il film Tv sulla strage.
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