Ho avuto la fortuna di avere un grande maestro di Origami, uno che ha creato dei bellissimi modelli suoi e che ha vinto importanti competizioni internazionali. Catalogavo insieme a D. alcuni fondi delle biblioteche del polo giuridico ed economico dell’Università di Cagliari e durante le pause guardavo le sue dita danzare sulla carta e dare vita a delle incredibili figure. Mi sembrava impossibile allora che un giorno, grazie ai suoi pazienti insegnamenti, avrei piegato anche io la mia Kawasaki Rose.
Una delle prime cose che mi ha insegnato D. è che le pieghe si segnano col dorso dell’unghia, perché il taglio maltratta la carta. E c’era qualcosa nel modo in cui lo diceva, nel modo in cui parlava della carta, che faceva sentire davvero importante non maltrattarla. Per questo ho sempre seguito i suoi insegnamenti. E ora sono qui, a guardare le mie unghie appena smaltate, dopo settimane che non riuscivo a trovare il tempo per mettere lo smalto, e a combattere contro l’irresistibile voglia di piegare una farfalla. E sono mesi che non piego un foglio e non mi viene voglia di farlo. A questo punto però credo che mi inventerò un importante e carismatico maestro di unghie smaltate che mi ha insegnato che non si può togliere lo smalto appena averlo messo, o comunque rovinarlo di proposito, per piegare una farfalla. Specie se per una volta ti è venuto praticamente perfetto solo alla settima stesura. Credo però che non farò vincere al mio maestro immaginario importanti competizioni internazionali, perché al pensiero mi vengono in mente immagini raccapriccianti di orrori definiti nail art, con i quali non potrebbe avere niente a che fare. E’ un maestro di unghie smaltate quasi zen il mio, sobrio e minimalista. Uno che se la può giocare anche con un maestro di origami, insomma.
P.S. La farfalla nella foto non è mia, ma l’ho presa in prestito dalla rete. Anche perché io in questo momento mica me lo ricordo come si piega una farfalla.
Buongiorno Sara! 🙂
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