Non ci voleva proprio quel rigore sbagliato da Dybala a tempo scaduto. Non ci voleva nemmeno per me che le sconfitte della Juve le ho sempre rette benissimo, anzi, però me la cavo un pochino peggio col malumore dei figli. E mi sembrava proprio di non poter reggere le lacrime di fratellominore e il muso di fratellomaggiore sabato sera. Non da sola, almeno, non con tutta quella stanchezza addosso. Ecco perché ho pensato di tirar su loro il morale proponendo 5 euro di spacchettamenti (il termine ormai lo uso con nonchalance da youtuber, e non ho intenzione di rovinare l’effetto provando a spiegarlo) FIFA a testa, una cosa che normalmente li avrebbe fatti saltare di piacere. Questa volta no. Fratellomaggiore mi liquida con un secco “non li voglio”, che mi lascia abbastanza perplessa, ma è la reazione di fratellominore a stendermi. Aumentando considerevolmente il livello dei decibel e il volume delle lacrime lui mi risponde sdegnatissimo: “A si, brava, la Juve perde e tu ci proponi pure di festeggiare? Ma vai, va!”
E io vado. E ci arrivo, come sempre in ritardo, ma ci arrivo a capirlo che il buonumore non si compra e che di star dentro quell’umore nero loro avevano il bisogno e il sacrosanto diritto. E soprattutto che al contrario della mamma ce la facevano benissimo. I can cope, direbbero gli anglofoni, ce la posso fare mamma, vai.
E se sei tu a non potercela fare, mi dispiace, ma per restare sempre in ambito calcistico, “no è problema mio”.