Premessa #1
Negli ultimi mesi ho letto anche gente come Arundhaty Roy, Aramburu, Moshin Hamid, un certo numero di buoni autori per ragazzi e ho Purity di Franzen sul comodino. Questi però li ho letti su carta, quindi non credete a tutto quello che Amazon o IBS dicono in giro di me.
Premessa #2
Nonostante ammetta di aver offerto ad Amazon e a IBS qualche motivo per profilarmi come decerebrata frequentatrice del sottobosco della paraletteratura, sono una donna adulta colta, mediamente intelligente e soprattutto molto consapevole. Consapevole del fatto che dietro tutta questa passione per le dichiarazioni d’amore ben fatte c’è più di una rotella che gira al contrario e che sono sempre ad un paio di pagine dalla dipendenza seria, con tutta l’incapacità di giudizio che comporta. Consapevole delle mie emozioni, ché ne ho a volte dovuto scandagliare gli abissi e ho anche avuto bisogno di aiuto per riemergere. Ma soprattutto consapevole del fatto che il lieto fine è un fermo immagine, dipende solo dal momento in cui decidi di fermare la storia. E di tutto il casino che può esserci oltre un fermo immagine.
Premessa #3
Oggi ho il braccio destro fuori uso a causa del kindle.
Detto questo, se un pochino vi riconoscete nel profilo che viene fuori dalle premesse e riuscite a leggere in inglese, non perdetevi i libri della serie Knitting in the City di Penny Reid. Sono stati definiti “Smart Romances”, io non so quanto siano smart (però leggendone uno ho quasi capito come funzionino i bitcoin, e non è poco!), ma sono di sicuro divertenti e rilassanti e di scontato hanno solo quel tanto giusto che pretendiamo dal genere. E un braccio fuori uso, ché si, se tieni il kindle per delle ore con la stessa mano, quello è scontato.