Bisus è un luogo di bisogni e sogni e oggi ospita una bella storia, che è proprio la storia di un bisogno, quello di legami che sopravvivano al tempo, ma anche di un sogno realizzato.
Ringrazio M. per avermi dato la possibilità di raccontarla.
Ci sono immagini che da sole raccontano una storia. Le parole possono solo provare ad inseguirla quella storia, a fermarla e renderla più visibile, ma lei è già tutta lì. E’ lì nelle cromature di una moto, in quella particolare sfumatura di verde del serbatoio, che magari non riesci a sistemarlo nella scala pantone, ma ti colpisce con la sua forza evocativa di altri tempi e altre atmosfere. E lì nell’effetto matelassé della pelle della sella. Tutto molto vintage e magari sotto un certo aspetto anche banale in un’epoca in cui “vintage” sembra essere la parola chiave in ogni ambito del design. Un vintage ricercato, studiato, ben realizzato, ma comunque tutta una questione di stile. Però poi c’è quella dedica, quelle due parole semplici semplici serigrafate sul serbatoio che ti fanno capire che il vintage può essere stile, ma può essere anche vita. “Per babbo”. Avrebbe anche potuto essere “Per/A mio padre”, più comune tra le dediche a un genitore, invece è per babbo. E il vintage, il tempo che non c’è più e non può tornare, diventa un giovane uomo in sella ad una moto, un bambino che forse riconosce e aspetta con ansia il rumore della moto di babbo, un ragazzo che sogna di cavalcarla anche lui un giorno. Ma diventa anche l’oggi dei ricordi, delle passioni condivise e dei sentimenti che non possono arrendersi alla forza del tempo. Un uomo che la vecchia moto di babbo non ha mai voluto abbandonarla e che un giorno, parlando con un amico, decide che vuole rimetterla a nuovo per farla rombare, correre e vivere ancora. Per babbo e per se stesso. Per sempre.
Meravigliosa… ❤ Buon pomeriggio! 😉
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commovente e delicato
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